ANFIBI e RETTILI dell'ALTOPIANO e la SALAMANDRA di AURORA
L'esposizione si inserisce nella serie di mostre temporanee del Museo periodicamente allestite nell'atrio d'ingresso, dove vengono proposti - a rotazione - alcuni pezzi delle collezioni di studio normalmente non visibili al pubblico: i visitatori possono così conoscere parte di esemplari che costituiscono le collezioni normalmente destinate ai ricercatori e agli esperti di settore.
“Gli anfibi e rettili, così come accade verso ciò che non si conosce, sono creature spesso temute e incomprese; eppure sono animali che possono essere utili all’uomo e alcune specie sono indicatori dello stato di salute degli habitat in cui vivono. I tritoni ad esempio sono un eccezionale metodo di contenimento naturale delle larve di zanzara all’interno degli stagni, la loro presenza ci indica che l’acqua in cui nuotano non contiene alti livelli di inquinamento e i loro colori accesi sono una meraviglia per i nostri occhi. Questa bellezza però è messa a rischio in primis dalla perdita di habitat dovuta all’uomo che, nel corso degli ultimi decenni, ha ridotto notevolmente l’areale di numerose specie, quali l’elusiva Salamandra di Aurora e il simpatico Ululone dal ventre giallo"
“Gli anfibi e rettili, così come accade verso ciò che non si conosce, sono creature spesso temute e incomprese; eppure sono animali che possono essere utili all’uomo e alcune specie sono indicatori dello stato di salute degli habitat in cui vivono. I tritoni ad esempio sono un eccezionale metodo di contenimento naturale delle larve di zanzara all’interno degli stagni, la loro presenza ci indica che l’acqua in cui nuotano non contiene alti livelli di inquinamento e i loro colori accesi sono una meraviglia per i nostri occhi. Questa bellezza però è messa a rischio in primis dalla perdita di habitat dovuta all’uomo che, nel corso degli ultimi decenni, ha ridotto notevolmente l’areale di numerose specie, quali l’elusiva Salamandra di Aurora e il simpatico Ululone dal ventre giallo"
I pannelli divulgativi creati da Enrico Romanazzi vi porteranno a conoscere meglio questi animali, comprendere alcuni segreti e scoprire la bellezza nascosta dell’erpetologia”.
Enrico Romanazzi
Enrico Romanazzi, montebellunese classe 1980. Naturalista affermato, laureato in Scienze Naturali all’Università di Padova, master all’Università La Sapienza di Roma e dottorato all’università di Salisburgo. Specializzato in Erpetologia (scienza che studia i rettili e gli anfibi), detentore di una conoscenza naturalistica smisurata.
Due punti fermi hanno caratterizzato la persona di Enrico: l’amore per la natura e la determinazione a difenderla.
Ha fatto della sua curiosità di bambino la professione di una vita, spezzata purtroppo dalla malattia, che nel 2016 lo ha portato via prematuramente.
Enrico non era semplicemente uno scienziato; Sapeva osservare la natura in maniera rispettosa e aveva una capacità rara di trasmettere la sua passione per l’ambiente e le sue creature. Era impossibile resistergli; con il suo modo sempre gentile e pacato attirava a sé le persone per poi trasmettere i valori in cui credeva.
Nato ai piedi del Montello, per lui questo colle è stato uno dei primi siti di esplorazione e ricerca. Anche quando il suo lavoro lo ha portato lontano, come negli anni durante i quali ha svolto importanti ricerche sulla salamandra di Aurora (Salamandra atra aurorae), specie endemica dell’altopiano di Asiago, fare ritorno al suo colle era per lui un fattore rigenerante.
A lui dobbiamo il recupero ambientale di ben dieci zone umide del Montello, lavoro che oltre ogni modo testimonia la sua vocazione per la conservazione.
Alla protezione dell’ambiente, che considerava una responsabilità di ogni essere umano, si è sempre dedicato portando avanti azioni concrete, che spesso hanno coinvolto il territorio dove è cresciuto.
Una tra queste è stata la fondazione dell’associazione SOS Anfibi, da anni in prima linea nel sensibilizzare la popolazione sul tema della salvaguardia di questi splendidi animali e, attraverso i salvataggi, nella loro protezione durante le migrazioni riproduttive, per loro il momento più delicato e rischioso.
Enrico sapeva parlare non solo ai grandi, ma anche ai bambini. Lo faceva in modo semplice, e riusciva a trasmettere loro la meraviglia per tutte le forme di vita. Per lui i bambini erano la chiave per il cambiamento.
Accompagnarlo nelle sue escursioni ci ha arricchito, e dalle discussioni su come proteggere la natura ci siamo sentiti incoraggiati a non farci fermare dagli ostacoli e a portare avanti iniziative grandi e piccole, perché niente di quello che viene fatto per difendere l’ambiente è insignificante.
Enrico ci ha aiutato a capire gli ecosistemi e la loro bellezza, ci ha fatto notare quanto sono interessanti animali che in genere non destano molta attenzione, come le lucertole e i rospi, e tante, tante altre cose. Nelle sue parole c’erano sempre la gioia e la passione di chi parla di ciò che ama veramente.
tratto da Montello il Colle delle Meraviglie
tratto da Montello il Colle delle Meraviglie